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20090325

«all digital» le tv locali

La contrapposizione era finora rimasta nell’ombra. In Sardegna e Val d’Aosta, le due uniche regioni finora «all digital» le tv locali sono poche e si è trovato posto per tutti. Anche grazie al fatto che lì il piano del governo aveva fatto emergere solo due frequenze di dividendo digitale: spazio per nuovi operatori entranti. Una condizione che l’Ue ha chiesto per non aprire la procedure d’infrazione sull’Italia in seguito al pasticcio della legge Gasparri che impediva di comprare frequenze a soggetti che non ne avessero già, blindando di fatto il settore contro la possibilità di ingresso di nuovi soggetti. Ma 2 sole frequenze sono troppo poche, ha detto la Ue: ne servono almeno 5. E da alcune settimane di 5 frequenze da liberare parla esplicitamente Paolo Romani, sottosegretario alle Comunicazioni, di fatto il ministro del settore.
Quindi, facendo i conti, se in Sardegna Rai e Mediaset hanno 6 frequenze, e dunque 6 multiplex ciascuna, Telecom 4, Gruppo Espresso 2, H3g per la tv mobile, DFree di Tarak Ben Ammar, ReteCapri e Europa7 una ciascuno, si arriva a 20 frequenze per le tv nazionali. Aggiungendo le 5 di dividendo digitale si arriva a 25.

Quante ne restano alle locali? Il nodo è questo.
In teoria le frequenze disponibili sono 55. Ma questo solo dove non ci sono interferenze con altri paesi. Paradossalmente le interferenze non ci sono in Piemonte, perché le Alpi fanno barriera: i nostri segnali e quelli francesi su una stessa frequenza non si scontrano. Il problema c’è invece sulla costa Tirrenica, perché sul mare i segnali radioelettrici corrono. Andrà già meglio in Campania e Sicilia. Sarà invece molto peggio di adesso nelle regioni della costa adriatica, che dovranno vedersela con le tv di tutta la costa balcanica e dovranno contrattare duramente con Slovenia, Croazia, Montenegro e Albania: non a caso sono le regioni lasciate per ultime.
Quante sono le frequenze utilizzabili nel Lazio? Di sicuro non 55, ma quante? 50? O, come temono alcuni, una quarantina a malapena?

Un problema che all’estero non hanno. In Francia il digitale usa 26 frequenze e ne ha liberate 9 (i canali da 61 a 69) per la banda larga delle telecom. In Gran Bretagna i multiplex attivi sono solo 6 e tra poco saliranno a 7. Da noi si deve ancora finire di fare i conti con l’eredità del Far West degli anni Ottanta. Il fatto è che nel frattempo si è consolidato il concetto che le frequenze sono patrimonio delle emittenti che le usano. E che, d’altra parte, specie per le più grandi, le hanno letteralmente acquistate dai precedenti utilizzatori pagano fiori di soldi. La valutazione di una frequenza nazionale, è a tutt’oggi sui 120150 milioni di euro e a questa valutazione si stanno tuttora concludendo transazioni tra tv per comprarsi pezzi di copertura del territorio. Insomma, un caos.

Secondo il dato più aggiornato del catasto tv, in Italia operano 584 tv locali. Di queste 115 sono emittenti senza fini di lucro, cosiddette di comunità. Quelle commerciali sono 469. Uno studio di Value Partners sui bilanci del 2006 rileva che i ricavi aggregati del settore sono sui 500 milioni. La metà delle società riesce a chiudere in utile per una cifra totale sui 40 milioni, l’altra metà ne perde, complessivamente circa 20. «Le società che hanno una dimensione non puramente locale sono il 10% spiega Alessandro Araimo, responsabile del settore tv in Value Partners Tutti ora hanno un problema in più. Il digitale sta aumentando l’offerta nazionale e rischia di comprimere lo spazio per le emittenti locali. In più hanno il problema dei costi per la digitalizzazione. Per tutti il principale asset economico è dato proprio dalla patrimonializzazione delle frequenze».

Il Lazio sarà il primo grande banco di prova. Ufficialmente è accreditato di 38 emittenti locali, ma calcoli ufficiosi parlano di un numero ancora più alto: contando anche le emittenti di altre regioni che sconfinano si arriva quasi a raddoppiare quella cifra.
«Non sono tutte emittenti regionali, non hanno tutte bisogno ognuna di una frequenza su tutta la regione spiega Marco Rossignoli, presidente di AerantiCorallo Molte sono tv cittadine, molte altre coprono una sola provincia. Con 50 frequenze c’è posto per tutti». Già, ma se poi fossero di meno? Tanto per dire: tre frequenze, i canali 21, 45 e 57 sono assegnati al Vaticano. Oggi non li usa, tanto che sul 21 a Roma si riceve La7 di Telecom Italia. Ma in fase di assegnazione vanno tolti dal conto. «Non è un problema delle tv locali chiosa Rossignoli ma di quelle nazionali. Non è scritto da nessuna parte che le tv nazionali debbano essere 20. C’è invece il diritto di ogni emittente locale a continuare a trasmettere. Se poi ci sarà spazio per 20 nazionali più 5 per i nuovi ingressi da mettere a gara bene, se no si ridurranno le nazionali. Non è neanche detto che se Mediaset e Rai hanno 6 multiplex in Sardegna debbano averne 6 ovunque. Possono operare anche con 5 ciascuno».

L’idea di fondo è che ogni tv locale debba diventare operatore di rete. Ognuna continuerà a trasmettere i propri contenuti anche in digitale e con la capacità di trasmissione in eccesso potrà sviluppare nuovi business. Nuovi canali (stanno anche nascendo delle pay tv locali sul digitale), nuovi servizi in collaborazione con le comunità locali. O potranno anche rivendere la trasmissione: a nuovi soggetti, locali o nazionali; magari anche alle telecom per fare la banda larga mobile. O forse alla stessa Mediaset. Ma è certo che non hanno intenzione di regalare tutto questo a nessuno.

Nelle more di questo groviglio il processo dello switch off è entrato in stallo. In Piemonte e TrentinoAlto Adige si è chiuso il tavolo tecnico che si limita a raccogliere il numero di emittenti presenti nel territorio e che ha censito che le frequenze occupate sono tutte e 55, ossia il totale. Il verbale finale passa all’Authority e poi al ministero delle Comunicazioni per un secondo tavolo con gli operatori. E’ in questo secondo passaggio che si assegnano le frequenze. E’ già difficile immaginare che il ministero possa accettare i risultati di Piemonte e TrentinoAlto Adige. C’è chi pensa che con l’obiettivo di portare da 2 a 5 il dividendo digitale perfino gli assetti di Sardegna e Val d’Aosta potrebbero venire rivisti. Il Lazio è ancora a zero e manca anche quel primo minimo passaggio. Ed entro maggio dovrebbe invece essere tutto pronto se si vuol mantenere il calendario fissato e spegnere gli impianti analogici ai primi del prossimo novembre.

una funzione editoriale servendosi solo di essere umani

A Venky Harinarayan e Anand Rajaraman, indiani formatisi a Bangalore e appena sbarcati a Silicon Valley, fondatori del motore di ricerca Kosmix, essere accostati a Page e Brin, i fondatori di Google, piace fino a un certo punto. Preferiscono la definizione di "ibrido": Google, Wikipedia, aggregatori di news. Sta di fatto che le aspettative sul futuro di Kosmix, una startup forte già di 65 dipendenti specializzata in ricerche su Internet, sono molto alte.

Il loro prodotto l’omonimo motore di ricerca viene indicato da esperti e guru dell’informatica come la prossima rivoluzione del web. E in molti hanno investito nella società, che ha già raccolto fondi per 55 milioni di dollari da grandi aziende come Time Warner, Accel Partners, Lightspeed Venture Partners, e potenti privati come il Ceo di Amazon, Jeff Bezos.
Tanta fiducia nasce dalle premesse su cui si basa Kosmix. Le funzioni del motore sono innovative. Il risultato di una ricerca non genera una semplice lista delle pagine che contengono la parola chiave digitata. Ma dà vita a un vero e proprio miniportale che tratta esaustivamente e organicamente l’argomento indicato dall’utente. L’hanno chiamata "encyclowebia".
Un passo avanti che potrebbe trasformare l’attuale esperienza di internet. Cambiando non solo il modo in cui le persone cercheranno e otterranno informazioni, ma mettendo in crisi tutti gli attuali "poteri forti" del web. Kosmix potrebbe rendere inutili gran parte dei portali e dei giornali online specializzati. E superare la tecnologia dei moderni motori di ricerca, Google in primis. I due giovani indiani (sono entrambi nati a Mumbay,) non hanno concepito il loro motore di ricerca rivoluzionario in un garage della California.
Ci sono arrivati passo passo: laureati all’università di Madras, prima hanno lavorato per Amazon in India. Poi hanno creato motori di ricerca, in proprio, sempre più raffinati, come Junglee, il primo shopping search engine del mondo, venduto alla stessa Amazon per 250 milioni di dollari.
«Non penso che Kosmix possa mai competere con motori come Google», ha spiegato Venky Harinarayan. «I motori di ricerca tradizionali svolgono il lavoro per cui sono progettati, cioè trovare i documenti più significativi contenenti la parola chiave immessa dall’utente. L’obiettivo di Kosmix, invece, è fornire il maggior numero di informazioni possibili riguardo l’argomento selezionato». Alla base di Kosmix c’è un approccio diverso da quello degli altri motori di ricerca, chiamato "vertical search": non indicizza le pagine del web in base alle parole contenute in esse, ma le organizza per argomento. In questo modo Kosmix ha generato una tassonomia dei contenuti di internet, formata da quasi 5 milioni di categorie: dai gruppi musicali ai tipi di formaggio, dalla cinematografia alle destinazioni turistiche. Così, digitando il nome di una località nella casella di ricerca di Kosmix, si otterranno tutte – o quasi – le informazioni che la riguardano: l’omonima entry di Wikipedia, i luoghi di interesse, i ristoranti, le mostre, ma anche i video, le news e i blog specializzati.
Tutto il materiale viene organizzato in una pagina-portale facilmente consultabile e personalizzabile dagli utenti. L’obiettivo è di creare una home page non ufficiale di ogni argomento presente su Internet.

Se Kosmix dovesse riuscire nell’intento, i portali d’informazioni diventerebbero inutili. I contenuti potrebbero essere reperiti dagli utenti con una semplice ricerca. E anche i siti di informazione specializzati, che già erano stati messi in difficoltà dalla nascita degli aggregatori di notizie, potrebbero ricevere da Kosmix il colpo di grazia.

Lo dimostra RightHealth, la versione "test" del motore, specializzata in campo medico, lanciata dalla stessa Kosmix. Resa pubblica nel 2007, in poco più di un anno ha scavalcato quasi tutti i rivali del settore, diventando il secondo sito di argomenti medici più visitato al mondo.

Essendo anch’esso un aggregatore che non crea contenuti originali, Kosmix offre ai suoi utenti solo link che rimandano alle pagine di siti esterni.

Ma se dovesse attrarre un’audience abbastanza grande, potrebbe competere direttamente con loro, riducendo i loro accessi e – soprattutto – i loro incassi pubblicitari. Un po’ come avvenne con le pagine sportive dei quotidiani online dopo la nascita di GoogleNews e simili. Dopotutto con l’esplosione dell’informazione sul web, è sempre più difficile avere una funzione editoriale servendosi solo di essere umani. È molto più efficiente rimpiazzare i giornalisti con degli algoritmi di ricerca. Kosmix offre a tutti un editor specializzato per ogni argomento. Ha commentato Rajaraman: «Il mondo dei media è in una fase di transizione, e le transizioni non sono mai comode. Insomma, c’è sempre un vincitore e un perdente».

I rivali di Google venuti dall’India LA STORIA - VALERIO MACCARI

post-Elleboro Summer Project

lorenzo bianco 19-03-09 22:48 ovunque proteggi.. la grazia del tuo cuore
DeniseDimatteo 19-03-09 22:52 i professorini come li chiami tu esistono per aiutare i cretini come te
lorenzo bianco 19-03-09 23:17 se mi trovi stronzo e se mi trovi stanco e se il meglio è già venuto e non ho saputo tenerlo dentro me
CarmineMura 21-03-09 14:52 Lorenzo sei il non- senso personificato...
Amelia 21-03-09 16:43 Scusate ma l'esame questi non l'hanno fatto?
Amelia 21-03-09 16:43 che ci fanno ancora qui?
Amelia 21-03-09 16:43 li abbiamo adottati?
lorenzo bianco 21-03-09 20:32 Grazie per la stima Carmine, se non senso è sinonimo di Rino Gaetano mi onora questo tuo accostamento
lorenzo bianco 21-03-09 20:32 ame' sono un parassita e rimango!
lorenzo bianco 24-03-09 09:50 a proposito di non sense
http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=nientedipersonale&video=23723

20090313

[elleboro.unical.it] BarCamp ad Arcavacata .


2006

[elleboro.unical.it] Impostazioni di ricerca

Il motore di ricerca lavora basandosi su un'indice delle parole presenti nei contenuti del tuo sito. Puoi regolare le impostazioni qui sotto in modo da affinare la natura di questa indicizzazione. Considera che la ricerca richiede che cron sia configurato correttamente.
Stato dell'indicizzazione

100% del sito è stata indicizzata. Ci sono 0 oggetti da indicizzare.

domani vedo di rendere loperazione automatica

Domani...
http://elleboro.unical.it/?q=admin/logs/status
Attività di manutenzione di cron > Ultima esecuzione: 24 sec fa
è stato, in automatico, il modulo Poormanscron (http://drupal.org/project/poormanscron)
che esegue tra l'altro anche l'indicizzazione necessaria per la ricerca

20090310

Autore Il Teatro di MaL (drammaturgia degli utenti)

Autore Il Teatro di MaL (drammaturgia degli utenti)
super_ciuffo
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Da:ciuffolandia city
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Inserito 27-07-2005 alle ore 17:33
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Ogni utente di MaL recita un ruolo...
analizziamo i componenti della compagnia "artistica" del web...
con chi iniziamo??
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super_ciuffo
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Da:ciuffolandia city
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Inserito 27-07-2005 alle ore 17:35
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ecco la lista degli attori...
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LoSporofrottero
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Da:I computer del cubo18c...
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Non capisco cosa intendi...
Sporof-sporof...
Namor è gay
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ElfoDiLLanowar
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Da:Foresta di LLanowar
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L'Elfo di LLanowar è d'accordo.
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Aggiungi un mana verde.
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suygna
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15-07-2003
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Inserito 27-07-2005 alle ore 19:20
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Sono pronta a sdrammatizzarmi!!!
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io il cui nome è perchè non può darsi
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dna
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Da:un altro pianeta. decisamente.
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Inserito 27-07-2005 alle ore 20:12
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recitare una parte??
usarla per migliorare sè stessi.
si, può essere che dna sia questo per me.
o forse no,
forse dna è la vera me.
recitare...
no, non credo.
ma non sta a me decidere.
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et diventa invisibile
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Nextia
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Da:sono l'acrobata di un assurdo circo, volerò e cadrò sperando di incontrare la mano che mi sorreggerà
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Inserito 27-07-2005 alle ore 21:59
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Stanislavskij:
"Ci si può sottomettere ai desideri altrui, agli ordini del regista o dell'autore, ma li si eseguirà in modo meccanico, inerte: si possono rivivere solo i propri personali stimoli e desideri, creati e rielaborati dall'attore stesso, dalla propria volontà e non da quella altrui" [[31]].
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glya_85
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Da:Erbolandia
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Inserito 27-07-2005 alle ore 22:19
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Dipende da quello che intendi per recitare. Gli utenti di mal non sono inventati - o almeno non mi sembrano inventati - di sana pianta. In un modo o nell'altro rispecchiano dei lati delle persone che li hanno creati. O magari delle aspirazioni. Mi tiro in ballo io. Glya e Giulia hanno molti punti in comune. Ma l'utente glya è diverso dalla persona giulia. Innanzitutto glya è più sicura, o almeno così mi pare. Principalmente perché scrivere è il modo attraverso cui riesco ad aprirmi di più. A volte è capitato che qualcuno interpretasse la sicurezza (apparente) con cui mi pronunciavo in certi forum come una sicurezza che non accettasse contestazioni. Ma non è così, basta fare un confronto tra i primi post e gli ultimi, molte delle mie idee sono radicalmente cambiate, tant'è che mi è capitato di pescare un post in cui dicessi delle cose e un altro successivo in cui sostenevo l'esatto contrario. Giulia come persona è ancora più insicura. Perché tendo ad ascoltare gli altri, e quando vorrei dire qualcosa e vengo interrotta non insisto più di tanto e ascolto quel che mi viene detto. Avresti dovuto vedermi quando mi è capitato di litigare con i miei vecchi compagni. Mi avvicinavo pericolosamente al collasso anche fisico, cominciavo a tremare e alla fine potevo avere tutte le ragioni di questo mondo ma mi mancava la forza di farmi sentire. Ragion per cui tendo sempre ad evitare le liti. Sono inutili, uno scannamento reciproco e basta, e nel mio caso sono addirittura nocive!
Insomma, a me sembra che più che una finzione, i personaggi di mal siano una proiezione di alcune caratteristiche personali. Che si tratti di una durezza o di uno spirito dissacratore che normalmente celiamo, che si tratti di una sincerità particolarmente accentuata, non importa, il succo è quello. Non credo siano molte le vere finzioni presenti qui. Finzioni in senso letterale, chiaro.
Almeno, io parlo a nome mio, poi è ovvio che ognuno vive mal a modo proprio...
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Ah!LaRompicoglionomachia! Lunga,LungaE'LaStradaEIlDelirioE'AncoraAll'Alba! IPrincipiSonoRospiTravestitiDaPrincipi! IRospiSonoPrincipiTravestitiDaRospi! ITravestitiSonoTravestitiEBasta! EFuCosìCheFinimmoPerDiventareTuttiDelleMASCHERE!
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rompitucherompoio
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Da:Alcesso
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Inserito 28-07-2005 alle ore 00:31
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sono un ragazzo fortunato, un culo della madonna perchè sono una favola, la mia coinquilina è una malata semiquasiforseschizofrenica, la mother di tutti i miei co(a)mplessi. grande ma' grazie che esisti così posso spiegarmi perchè esistiamo.
ma qui si sta stretti. ci vorrebbe un po' di spazio, mica possiamo fare come quella vecchia cagna di gea che covava i titani tra le budella. aria please.
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844 record trovati. Pagina 1 di 844    1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 > >>il 2004-07-17 12:52, in Ma vaffanculo!di Questioni parauniversitarie